Ora è ufficiale: con la nota informativa UNI/CT 006/GL 07 datata 25 novembre 2021, dopo un tira e molla durato anni, migliaia di euro spesi e centinaia di ore di lavoro buttate al vento, UNI scarica i counselor.
Nonostante le rassicurazioni ricevute lo scorso anno, in cui ci fu detto che UNI avrebbe sostenuto questo progetto, alla fine le logiche corporative hanno avuto ancora una volta la meglio sulle spinte innovatrici.
Con un comunicato in cui si calcia la palla in tribuna per non assumersi alcuna responsabilità, UNI chiude il progetto sulla normazione tecnica della professione di counselor e certifica l’impossibilità di dare seguito all’articolo 6 della Legge 4/2013, che recita:
1. La presente legge promuove l’autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dell’attività dei soggetti che esercitano le professioni di cui all’art. 1, anche indipendentemente dall’adesione degli stessi ad una delle associazioni di cui all’art. 2.
2. La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI», di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, e sulla base delle linee guida CEN 14 del 2010.
3. I requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione.
4. Il Ministero dello sviluppo economico promuove l’informazione nei confronti dei professionisti e degli utenti riguardo all’avvenuta adozione, da parte dei competenti organismi, di una norma tecnica UNI relativa alle attività professionali di cui all’art. 1.
Non possiamo che prendere atto di una decisione che, pur non avendoci visto coinvolti, siamo costretti a subire.
Chiediamo a tutte le colleghe e a tutti i colleghi di tenere duro. Non tanto per la valenza in sé della norma tecnica (le cui riserve da parte della nostra associazione sono ben note fin dal 2013), quanto per ciò che simbolicamente rappresenta la chiusura di questo tavolo: le corporazioni che ancora una volta riescono a rallentare l’ammodernamento delle professioni in questo paese.
Oggi, ancora di più, vi invitiamo a riflettere sul valore dell’attestato di competenza rilasciato dalla nostra associazione e sulla necessità di rafforzare quest’ultima con una sempre maggior adesione e presenza: diamo spessore e rilevanza a chi da sempre porta avanti idee, cultura e confronto nonostante le continue azioni di boicottaggio dell’Ordine degli psicologi.
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